INTERVENTI DI ESPERTI ESTERNI

LICEO ARTISTICO STATALE KLEE BARABINO – GENOVA

http://www.liceokleebarabino.it

a.s. 2015 / 2016

Cl. 2 H

Unità Didattica di Apprendimento

LE AVANGUARDIE STORICHE DEL ‘900

 

Nel contesto dell’Unità didattica di apprendimento sulle avanguardie storiche del ‘900 sono stati organizzati con il coordinamento del Prof. Attilio Caffarena, tre incontri di approfondimento con esperti esterni:

il primo con Claudio Pozzani, Direttore del Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova

( http://www.festivalpoesia.org/ );

il secondo con Andrea Scarel, docente e regista della Scuola di Teatro “La Quinta Praticabile” di Genova

( http://www.laquintapraticabile.it/ ).

La relativa locandina è stata realizzata dagli allievi della classe 2H.

Image Locandina

Un terzo incontro è stato quello con Richard Rabensaat che ha illustrato agli allievi la storia e le attività del Centro d’arte di Teufelsberg che, nella Berlino dei nostri giorni, si propone come una delle realtà più all’avanguardia nel settore delle nuove tendenze in campo artistico.

( http://www.teufelsberg-berlin.eu/ )

 

LE CONFERENZE

Durante i lavori per l’Unità Didattica di Apprendimento tre esperti esterni hanno tenuto delle conferenze illustrando diverse esperienze nel campo artistico.

Claudio Pozzani, trattando del testo poetico, ha spiegato pensieri e stili diversi di scrittura in base a un ordine cronologico. Un’idea che mi ha particolarmente interessato è stata quando ha definito le avanguardie artistiche “recenti” per il fatto che, dal punto di vista cronologico, sono vicine ai nostri giorni rispetto ai canoni classici. Un altro momento che ha catturato la mia attenzione è stato quando si è messo personalmente a leggere le poesie delle avanguardie facendomi capire i canoni espressivi e la struttura delle diverse opere.
Il secondo incontro è stato con
Andrea Scarel, il quale ha trattato del teatro e della messa in scena. Il suo intervento è stato molto chiaro e preciso ed è riuscito a coinvolgere noi studenti. Molto interessante è stato quando ha spiegato la teoria di Mejerchol’d e come questa ha ribaltato La Teoria del suo maestro Stanislavskij. Il suo ragionamento è che prima viene il corpo e poi la psicologia; questo metodo viene chiamato biomeccanica, è un esercizio per gli attori che si divide in tre momenti: intenzione, esecuzione fisica, reazione psichica. Un punto fondamentale che ha chiarito è che il teatro è finzione.

L’ultimo intervento è stato quello di Richard Rabensaat ed ha riguardato in particolare un centro d’arte rivolto ai giovani: il Centro di Teufelsberg che si trova a Berlino. E’ situato in una ex base spionistica americana costruita sopra a una montagna fatta con le macerie della seconda guerra mondiale. Il centro d’arte è stato in essa integrato e la ha trasformata attraverso il lavoro di artisti che operano in modi e con stili diversi.

Ryan Bisso.

 

Claudio Pozzani: Il testo poetico nelle avanguardie storiche.

Claudio Pozzani ci ha spiegato le basi di ognuno dei movimenti delle avanguardie storiche e ci ha letto anche alcuni componimenti poetici di ciascun movimento. In particolare, riguardo all’espressionismo ha spiegato che gli artisti nelle loro rappresentazioni escono dai canoni consueti di bellezza e usano dei colori forti, molto violenti, dando anche molta importanza alle forme delle loro rappresentazioni, perché le forme e i colori rappresentano degli stati d’animo e dei sentimenti ben precisi e molto profondi. Ci ha parlato anche del Futurismo, dalla sua nascita alla sua diffusione. La nascita del movimento avviene per l’esigenza di guardare avanti e sfruttare la tecnologia al meglio delle possibilità; di conseguenza essa viene presa a riferimento come idea ispiratrice del movimento. Il futurismo entrò a far parte della vita di tutti i giorni; ad esempio, nell’ambito della grafica diventa molto importante. E’ un movimento basato sulla vitalità e sul dinamismo.

Andrea Rondoni

 

Claudio Pozzani ha iniziato il suo discorso parlando di come, nella società attuale, all’arte e alla fantasia non venga data la giusta importanza in quanto ritenute non produttive nel contesto di una civiltà fortemente materialista. In effetti anch’io ho potuto riscontrare che spesso le attività dei vari campi artistici vengono ritenute dei passatempi o comunque cose di poco conto, senza alcuna utilità, a meno che non entrino a far parte di un mercato.

Mi è piaciuto molto, inoltre, il suo modo di interpretare una poesia espressionista tedesca, “Canzonetta allegra“, nella quale viene esposto il rapporto tra forma e colore, ovvero, ciò che vediamo ha una certa forma e un certo colore, mentre invece i pensieri sono del tutto incolori. Per esempio, un tavolo di legno noi lo vediamo marrone e con una certa forma. Può invece un pensiero essere marrone? No. Si può pensare al marrone come colore, ma un pensiero, essendo astratto, non può avere un colore.

Tommaso Rivella

 

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Andrea Scarel: Il teatro e il lavoro dell’Attore al tempo delle avanguardie storiche.

Ho sempre trovato interessante il teatro, in particolare la sua storia e i suoi aspetti tecnici, dalla scenografia al trucco fino al linguaggio del corpo degli attori e agli studi svolti su di esso. Grazie all’intervento di Andrea Scarel ho potuto approfondire la storia del teatro durante il periodo delle avanguardie storiche, i suoi progressi tecnici e le idee rivoluzionarie che hanno portato sino al teatro dei giorni nostri. I punti che ho trovato maggiormente interessanti sono gli studi del linguaggio del corpo, la biomeccanica, l’adattamento del testo teatrale e la drammaturgia, le sue evoluzioni negli anni e il contraddittorio tra le diverse avanguardie storiche per quanto riguarda la recitazione. Il linguaggio del corpo adottato dagli attori di quel tempo poteva consistere nel rappresentare le emozioni attraverso le azioni con l’aiuto della psiche, per esempio, se un attore avesse dovuto interpretare una scena triste gli sarebbe stato utile immaginarsi o ricordarsi un avvenimento simile da lui vissuto per riuscire a vivere e ad interpretare la scena al meglio. Questo metodo è stato elaborato nei primi anni del ‘900 da Konstantin Stanislawskij.

Sara Ferrari

 

Andrea Scarel

 

Tutti e tre gli interventi a cui abbiamo partecipato sono stati molto interessanti e coinvolgenti. Quello che mi ha colpito maggiormente è stato quello di Andrea Scarel che ci ha parlato del teatro e del lavoro della messa in scena agli inizi del 900; ci ha esposto i concetti in modo semplice, ma allo stesso tempo conciso e dettagliato. L’argomento che mi ha interessata di più è stato quello della biomeccanica, un metodo per il lavoro del’attore elaborato da Mejerchol’d nel 1922 secondo il quale era più importante il corpo e poi veniva la psicologia. La biomeccanica non è un modo di recitare, non è uno stile, è un allenamento per gli attori, un modo per arrivare alla recitazione; la musica veniva utilizzata per far trovare all’artista il proprio ritmo. Il lavoro della biomeccanica si articola in tre fasi: l’intenzione, cioè il controllo esterno della mente, l’esecuzione fisica e la reazione psichica; quindi l’attore raggiunge uno stato emotivo e attraverso di esso comunica gli spettatori un altro stato emotivo. E’ interessante il rapporto che si tende a sviluppare tra le varie parti del corpo, tra gli attori, tra gli attori e lo spazio, tra gli attori e il pubblico. Anche se Mejerchol’d non ci ha lasciato nessuna opera, sarebbe molto interessante poter assistere o partecipare a un’esibizione di quell’epoca o anche cercare di riprodurla. L’intervento di Andrea Scarel ci ha insegnato molto sul teatro e mi ha fatto capire cosa avviene prima di una messa in scena, ciò che prova un attore prima di entrare in scena e durante la rappresentazione. Inoltre ci ha fatto notare le differenze tra come era il lavoro del teatro agli inizi del ‘900 e come è svolto attualmente.

Benedetta Saletta

 

 

Richard Rabensaat: Teufelsberg, un centro d’arte nella Berlino dei nostri giorni.

Delle tre conferenze tenute nel corso del secondo quadrimestre, quella di Richard Rabensaat mi ha stimolato e coinvolto moltissimo. Ha parlato alla classe presentando, con il supporto di immagini fotografiche e video, il Centro d’arte di Teufelsberg, che si rivolge in particolare agli artisti delle giovani generazioni nella Berlino dei nostri giorni. E’ situato in un complesso di edifici alla base di una vecchia torre di controllo usata dagli americani durante la guerra fredda a Grunewald, una densa e rigogliosa foresta ad ovest di Berlino, sulla cima di una collina artificiale ottenuta dai resti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il suo nome, in tedesco, significa “montagna del diavolo”. Sotto alla collina, nell’area dell’ex sezione britannica di Berlino Ovest, ci sono i resti di un istituto tecnico militare dei tempi del nazismo che non fu mai portato a termine. La costruzione della torre cominciò nell’ottobre del 1963 e i tentativi di di intercettare le comunicazioni dei paesi del Patto di Varsavia durarono per tutta la guerra fredda. Dopo la caduta del muro di Berlino la struttura passò in mano alle autorità tedesche e successivamente a proprietari diversi fino a diventare privata. Dell’ex stazione spionistica sono rimaste solo le strutture murarie ricoperte di graffiti che le conferiscono un’atmosfera unica nel suo genere, quasi magica. Nonostante le attuali iniziative che ne fanno un centro d’arte, il futuro di Teufelsberg è incerto; tra un po’ di anni questa area potrebbe essere considerata troppo pericolosa per essere visitata, tuttavia attualmente si sta lavorando per rimettere il sito in sicurezza e, tra i progetti, c’è la possibilità che diventi anche un museo. Nel corso della sua storia più recente, come già detto, essa è stata ed è ispirazione per moltissimi artisti contemporanei, come ad esempio Blu. Questo artista è italiano ed ha iniziato a farsi conoscere a partire dagli anni ’90 attraverso dei graffiti eseguiti a Bologna; in seguito è diventato famoso, ma tuttavia rimane coerentemente attacato all’arte di strada e all’idea di opera gratuita. A parer mio Teufelsberg dovrebbe essere fonte di interessamento per tutti i giovani, come luogo dove la loro creatività possa aver spazio e magari entrare in contatto con altre ideologie. Questo potrebbe stimolare in loro un senso critico che li aiuti a percepire le cose con occhio diverso.

Simone Valdetara

 

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Ho trovato interessanti tutte e tre gli incontri, ma ho preferito quello con Richard Rabensaat che ha presentato il Centro d’arte Teufelsberg nella Berlino dei nostri giorni. Devo dire che l’idea di Teufelsberg mi attira molto e l’incontro mi ha convinto ad andarci il prima possibile. Mi ha incuriosito anche il fatto che in Germania, paese non troppo distante da noi, l’arte, soprattutto per i giovani, sia incoraggiata e compresa, mentre in Italia la street art, per esempio, viene ancora considerata soprattutto come vandalismo. Affascinante è anche il luogo dove è situato questo Centro: una vecchia base spionistica. Qua una cosa del genere sarebbe impensabile, dato che gli edifici abbandonati vengono, nella maggior parte dei casi, lasciati marcire.

Gabriele Teodosio

 

Richard Rabensaat al Klee-Barabino

L’intervento di Richard Rabensaat è stato particolarmente coinvolgente in quanto ha rappresentato un invito a conoscere un centro d’arte rivolto ai giovani, quindi anche a noi. Il Centro di Teufelsberg a Berlino appare come una specie di “rifugio” per gli artisti, dove possono esternare a pieno la loro creatività. Mi sono sentita invogliata a visitare questo luogo: è un’esperienza che trovo valga la pena di fare. L’incontro oltretutto è stato tenuto in lingua inglese, un qualcosa di insolito e nuovo che mi è piaciuto molto; anche per questo motivo è stata un’esperienza interessante che rappresenta comunque un aiuto per lo studio di una lingua straniera. E’ stata un’esperienza che non avevo mai fatto, che ho trovato molto originale e che lascia il segno.

Elisa D’Andria

 

 

                                                    

 


LE AVANGUARDIE STORICHE DEL ‘900

Liceo Artistico Klee-Barabino   Genova

http://www.liceokleebarabino.it

Anno scolastico 2015-2016

Unità Didattica di Apprendimento – Classe 2H

 

Materia: ITALIANO

Coordinamento: Prof. Attilio Caffarena

 

RELAZIONE

Per l’Unità Didattica di Apprendimento come classe abbiamo lavorato sull’argomento delle avanguardie storiche del ‘900. Questo lavoro ha coinvolto quattro materie:

Italiano ( http://avanguardiestoriche.blogspot.it/search/label/Italiano ),

Storia dell’arte ( http://avanguardiestoriche.blogspot.it/search/label/Storia%20dell’arte ),

Scienze ( http://avanguardiestoriche.blogspot.it/search/label/Scienze ),

Inglese ( http://avanguardiestoriche.blogspot.it/search/label/Inglese ).

Per ogni materia abbiamo fatto un lavoro differente, ma erano tutti accomunati dalla ricerca. Per Italiano abbiamo seguito le lezioni del Professore sui vari movimenti delle avanguardie di quel periodo e sotto le sue indicazioni abbiamo fatto singolarmente una ricerca di foto e frammenti di video riguardanti dadaismo, futurismo espressionismo e surrealismo. Successivamente c’è stata una selezione del materiale che è stato caricato su un blog creato da noi. Inoltre il Professore ha organizzato tre conferenze, le prime due su aspetti diversi delle avanguardie storiche: la prima di Claudio Pozzani sul testo poetico; la seconda di Andrea Scarel sul teatro e il lavoro della messa in scena. La terza conferenza è stata tenuta da Richard Rabensaat sull’ esperienza di un centro d’arte rivolto ai giovani, Teufelsberg, a Berlino. Anche per storia dell’arte la Professoressa ha tenuto delle lezioni in base alle quali noi abbiamo poi cercato delle immagini su Fauves, cubismo, espressionismo, dadaismo, futurismo e surrealismo. Per Scienze abbiamo fatto, collaborando tra di noi, tre ricerche sull’occhio e l’orecchio e la loro percezione dell’arte. Per Inglese invece abbiamo lavorato su una poesia modernista, The Hollow Men di Thomas Stearns Eliot. Ci siamo divisi in cinque gruppi, ognuno dei quali aveva assegnata una parte della poesia; su di questa bisognava fare un commento e un disegno che la rappresentasse. Successivamente un esponente del gruppo li ha esposti in un video. Così come per Italiano, ogni materiale delle varie materie è stato inserito nel blog. Gli aspetti più proficui di questa U.D.A. sono stati l’approfondimento di un argomento che ha portato a delle conoscenze maggiori e il risultato che in futuro, quando affronteremo di nuovo l’argomento, saremo molto preparati. Un altro è anche la collaborazione tra di noi, siccome non capita molto spesso di fare lavori di gruppo. Infine anche la collaborazione tra le varie materie: è molto interessante vedere come un argomento possa essere affrontato in materie diverse.

Valeria Garziano

 

Le tre conferenze tenute dagli esperti Claudio Pozzani, Andrea Scarel e Richard Rabensaat sono state di grande aiuto nel lavoro svolto dalla classe per l’Unità Didattica di Apprendimento sulle avanguardie storiche. Molto importanti sono stati gli interventi di Claudio Pozzani che ha approfondito il tema delle avanguardie storiche nel campo della poesia e quello di Andrea Scarel che ha parlato invece del teatro dei primi anni del ‘900. Per noi alunni è stato stimolante osservare e analizzare le opere d’arte espressioniste, Futuriste dadaiste e surrealiste con la Professoressa di Storia dell’arte. Durante le lezioni di Italiano, con la lettura di alcuni testi poetici abbiamo appreso quanto, sia gli scrittori, sia i pittori, in modi differenti, volessero apportare un cambiamento radicale mostrando alla gente qualcosa di totalmente nuovo che creasse scandalo e interesse allo stesso tempo. Con la Professoressa di Inglese abbiamo analizzato un’altra avanguardia sviluppatasi soprattutto in Inghilterra: il modernismo. La lettura e l’interpretazione personale della poesia The Hollow Men di T. S. Eliot ha coinvolto anche il disegno, infatti ognuno di noi ha illustrato a proprio piacere gli uomini vuoti descritti nella poesia. Abbiamo studiato inoltre, nel corso di alcune lezioni di Scienze, come l’occhio e l’orecchio percepiscono l’esterno. Il lavoro svolto a casa, la ricerca di immagini e testi sulle avanguardie storiche fatta da ognuno di noi, ha promosso sia lo studio di una grande varietà di illustrazioni, sia una personale interpretazione da parte di ogni alunno di ciascuna di queste avanguardie. Ognuno naturalmente ha approfondito o gradito di più un’avanguardia rispetto alle altre e ciò ha garantito un confronto e uno scambio di idee interessante tra noi alunni. Questa metodologia di lavoro penso sia anche molto stimolante per gli alunni che possono collegare diverse materie attraverso un filo logico.

Sabrina Deiana

 

La classe ha apprezzato molto l’intervento dell’insegnante di Discipline Grafiche nel lavoro svolto per la materia di Lingua e Letteratura Inglese, in quanto ci ha aiutato a realizzare dei bei disegni ispirati alla poesia “The Hollow Men” di T.S. Eliot. L’insegnante di Inglese ha poi diviso la classe in gruppi e ha realizzato delle riprese video mentre spiegavamo i disegni da noi fatti collegandoli al testo poetico studiato, da caricarsi sul blog realizzato come contenitore dei materiali dell’U.D.A.assieme ai testi da noi redatti e alle immagini relative alle avanguardie storiche del ‘900.

Beatrice D’Antonio

 

Il risultato complessivo dell’Unità Didattica di Apprendimento è stato molto profiquo. I progetti sono stati realizzati con cura ed attenzione e gli alunni non solo sono stati abituati a lavorare in un modo diverso dal consueto, ma hanno potuto partecipare a diversi incontri decisamente interessanti che hanno contribuito all’arricchimento delle conoscenze sulle quali lavorare. Un’ottima cosa è stata l’inserimento dei materiali elaborati in un blog. In tal modo gli alunni hanno avuto la possibilità di mostrare il loro lavoro e di poter interagire con la comunicazione attraverso i nuovi media, esperienza che potrà, in futuro, rivelarsi senz’altro utile ( http://avanguardiestoriche.blogspot.it/ ).

Federica Marinelli.

 

 

LE AVANGUARDIE STORICHE DEL ‘900

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Simona Cabella

Con il termine AVANGUARDIE STORICHE si indicano movimenti artistico-culturali sviluppatisi in Europa dal ‘900 fino a gli anni trenta circa; vengono definite cosi per distinguerle dalla neoavanguardie nate dopo la seconda guerra mondiale.Le avanguardie rompono gli schemi artistici tradizionali, sono complesse e dietro c’è molto studio e molta ricerca. Spesso non vengono capite, perché viste superficialmente, mentre per comprenderle bisogna analizzarle a fondo. Nella civiltà contemporanea è difficile proporre nuove avanguardie. La tecnologia si è rivelata, oltre ad un beneficio, anche un limite e la gente di oggi ha una mentalità diversa da quella dei primi decenni del 900.

Bearice D’Antonio

Tra le avanguardie artistiche quella che sento più vicina ai miei gusti è l’espressionismo. Amo i colori forti, contrastanti fra loro e le pennellate cariche di colore che quasi creano dei solchi nella tela. Mi piacciono i soggetti dell’espressionismo tedesco, ovvero la gente comune, persino nella scelta di mostrare il lato, per così dire, brutto delle persone e il fatto che l’arte venisse intesa come strumento contro la propaganda politica nazista. L’espressionismo è si un’evoluzione dell’impressionismo, ma esso non accetta il fatto che la pittura debba essere piacevole alla vista o debba essere verosimile, con colori tenui e soggetti allegri e pieni di vita. Anche ai giorni nostri, forse con l’uso di caricature, il fare arte contro la società e la politica è fattibile, globalmente parlando, e probabilmente farei anch’io dei quadri di questo genere; però dipingerei solo la società italiana, corrotta e decadente. Sì, mi piacerebbe farlo, e forse lo farò se ne avrò l’occasione, ma mischierei il colore del gruppo Fauves e i soggetti del gruppo Die Bruche. L’espressionismo è espressione dell’artista in tutti i campi artistici: l’artista deve essere libero di fare arte ma può arrivare al punto in cui rappresenta una minaccia per la società e per il potere. Difatti in Germania, nel periodo nazista, ad alcuni artisti fu impedito il continuare a produrre la loro arte e altri furono obbligati ad emigrare negli Stati Uniti. Anche oggi si possono ripresentare questi problemi, ma comunque in Italia non molti hanno fatto qualcosa di concreto. Comunque credo che nel nostro paese difficilmente potrà avvenire una rivoluzione di tipo avanguardistico, perché le avanguardie, fondamentalmente, sono contro i modelli tradizionali e il nostro è un paese prevalentemente tradizionalista.

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Sara Ferrari

Nel ventunesimo secolo ormai non si avverte più l’influenza delle avanguardie storiche, gli importanti movimenti artistici che caratterizzarono i primi decenni del ‘900 e che produssero idee e proteste contro la società borghese che deteneva il potere in quel periodo. Infatti con l’avanzare degli anni, la classe borghese ha riacquistato il potere che prima, in parte, era stato messo in crisi. Oltretutto i metodi per divulgare le notizie e la cultura sono cambiati e queste vengono manipolate secondo gli interessi dei governi. Riproporre un modello di protesta simile a quello delle avanguardie dei primi decenni del ‘900 sarebbe praticamente impossibile nei nostri tempi. Il progresso portato dalle nuove tecnologie ha fatto in modo di imporre, oltre ad una idealizzazione della società dei consumi, anche dei canoni che dobbiamo seguire per permetterci di vivere tranquillamente. Per far si che tutti si limitino a vivere senza idee proprie e sotto l’influenza delle multinazionali, è necessario, infatti, “insegnare”, fin dai primi giorni di vita, alle persone ad uniformarsi e a opporsi ad ogni tipo di innovazione che andrebbe contro i canoni preimposti dalla società, escludendo tutte quelle persone con idee diverse dal “comune”. Quindi divulgare un pensiero rivoluzionario verrebbe considerato da molti come minaccia e verrebbe impedito immediatamente. Ormai le persone non sono più abituate a pensare e hanno bisogno di un modello da seguire. Forse potrebbe essere più efficace creare un movimento di pensiero guidato in anonimato sia da adulti che da giovani che creino arte seguendo modelli ispirati all’impressionismo. Infatti può essere molto efficace creare arte sulla base di soggetti, anche astratti, e immaginiche rimandano emozioni, piuttosto che in base a testi o manifesti scritti, soprattutto perché, per quanto possa garantirci il governo che ogni uomo è libero di pensare e scrivere quello che più gli aggrada, ogni testo, se viene ritenuto pericoloso, verrà facilmente censurato. Benché le avanguardie presentino stili diversi come il dadaismo e il surrealismo, secondo me per rendere un movimento artistico efficace bisognerebbe seguire appunto le idee dell’impressionismo. Esso infatti, derivando dal romanticismo, è un movimento caratterizzato dai sentimenti; considerando che le persone ormai hanno una mentalità chiusa per quanto riguarda formulare dei pensieri diversi dall’ordinario, esse tendono a reagire a ogni modello che trasmetta emozioni e sensazioni forti. Per arrivare ad una rivoluzione mentale di massa quindi sarebbe forse meglio iniziare appunto con l’arte rappresentata in modo semplice, ma che dia all’osservatore emozioni immediate e anche che susciti un senso di mistero, così da portare l’osservatore a cercare una vera spiegazione all’opera in un modo che lo induca a guardare dentro se stesso. Così, oltre ad attirare l’attenzione e suscitare emozioni, questo movimento potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento e far sì che la società si rivolti contro il potere oppressivo per diventare una comunità di persone coi propri pensieri.

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Federica Marinelli

 Se i concetti che sono stati alla base delle avanguardie storiche fossero riproposti nella civiltà di oggi, secondo me non avrebbero un grande impatto. La società dei nostri giorni, per la maggior parte, ha imparato ad assorbire tutto ciò che è alternativo e che va contro a qualcosa. Nel campo dell’arte ormai più nulla è considerato “strano”, ma allo stesso tempo le persone non sanno soffermarsi sull’analisi e sul significato dei particolari. Come succedeva anche nel novecento, spesso le persone non sanno o non vogliono andare oltre alle apparenze, non raggiungono il nocciolo e si fermano a ciò che si nota al primo impatto. Le avanguardie storiche invece chiedono un lavoro di concentrazione per essere comprese. Anche nel contesto contemporaneo le avanguardie vengono capite solo da gruppi ristretti, mentre il resto della società si sofferma alle apparenze, magari inizialmente le critica, ma alla fine le considera come tanti altri movimenti e pensieri alternativi che che si aggiungono alla infinita e indistinta diversità che già esiste. Tutti i movimenti, i pensieri, che un tempo venivano criticati, sono stati assorbiti dalla società e con il passare del tempo avere idee diverse è diventato quasi una moda.  Dire di credere in qualcosa per risultare diversi è un modo per venire accettati e apprezzati ma, come ho già detto prima, spesso ci si ferma alla superficialità e quindi la maggior parte delle persone non sa veramente cosa sia ciò in cui dice di credere. Tra le avanguardie storiche, due mi hanno interessata in maniera particolare, il surrealismo ed il dadaismo. Del surrealismo mi affascina l’inconscio, il concentrarsi sul sogno e l’allontanarsi da ciò che è logico. La realtà dei sogni è complessa, ed è il fatto che si allontani del tutto da spiegazioni razionali che mi piace. Nell’arte dei nostri giorni secondo me il surrealismo potrebbe riproporsi ancora con successo; quest’arte si sofferma ad analizzare un mondo complesso e apparentemente irragionevole e questo è l’aspetto più interessante. Il Dadaismo invece è un arte che si concentra sull’umorismo in senso provocatorio. Il nome viene da “dada” che è un suono che cerca di ricordare le prime parole di un bambino. Gli artisti dadaisti prendono in giro in modo umoristico gli altri al di là della logica. La cosa che più mi colpisce è il significato ed il senso che si trova dietro ad ogni poesia ed opera d’arte, che a primo impatto possono sembrare infantili. Mentre il surrealismo si concentra sullo studio di concetti complessi, le opere dadaiste appaiono quasi infantili e secondo me non verrebbero accettate proprio perché in apparenza appaiono semplici e facili da farsi per chiunque.

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Gabriele Teodosio

Sicuramente tra tutte le avanguardie dei primi decenni del ‘900 quella che mi ha appassionato di più è il dadaismo. Sono stato attratto da questa corrente fin da subito. A dire il vero ero in cerca di una forma d’arte così irriverente, satirica e che rifiutasse i preconcetti e quasi li deridesse. Quando creo qualcosa di mio, con la mia fantasia, mi accorgo che questo movimento è molto presente dentro me.Opere come “Fontana“ di Duchamp, geniali e d’impatto, danno una scossa alle persone e le fanno ragionare; è ovvio che un vespasiano rovesciato non è una fontana, ma serve per provocare chi in un primo momento avrà un rifiuto ma, dopo aver riflettuto, probabilmente ne capirà il messaggio ironico nei confronti del concetto classico di arte. È proprio questo il nocciolo della questione, il dadaismo fa pensare a qualcosa che nella società moderna manca e che quindi serve per più motivi: innanzitutto viviamo in una società frenetica e sempre veloce, questo ci porta ad essere sempre e costantemente sotto pressione e a prendere decisioni in fretta senza pensare; inoltre non essendo più abituati a pensare non sappiamo nemmeno noi cosa ci piace realmente, anche se nei social networks valutiamo la nostra vita a seconda del mi piace e del non mi piace. L’arte oggi potrebbe essere vivificata anche dal dadaismo che risveglierebbe la creatività nel nostro mondo. Uno dei messaggi del dadaismo è appunto quello di rompere gli schemi e dove, se non in Italia, avremmo bisogno di una rivoluzione artistica per far capire che l’arte in tutti i campi non è solo quella classica? Anche se nata più di un secolo fa, questa avanguardia può funzionare ancora oggi.

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Greta Zappalà

Avanguardia è sinonimo di opinione intellettuale, artistica e letteraria. Gli artisti dell’avanguardia sono i più estremisti, innovativi… L’avanguardia nei primi decenni del ‘900 si impone come movimento artistico: ne sono esempi l’espressionismo, l’astrattismo, il futurismo, il cubismo, il dadaismo e il surrealismo. Gli artisti di questi movimenti si proponevano il compito di andare controcorrente e in modi diversi, di opporsi, provocare, criticare. Charles Baudelaire, già nel secolo precedente, potrebbe considerarsi uno deiprecursori delle avanguardie. L’espressionismo è il movimento artistico che preferisco in quanto rappresenta una realtà più profonda, una realtà che viene più dall’animo. E’ un’ondata di creatività e ribellione. In pratica si ” sostituisce ” l’occhio esterno con quello interno, dello spirito. Questo nuovo linguaggio è ricco di contenuti sociali e di una realtà drammatica. La realtà di quegli anni era la guerra. Gli artisti espressionisti, inoltre, polemizzavano contro la società borghese, l’alienazione del lavoro… Criticavano anche gli artisti che li avevano preceduti. La cosa fondamentale, quando si dipingeva, era la comunicazione di un qualcosa di diverso; era creare un rapporto profondo fra l’artista e il mondo. Mi piace questo movimento perche’ strano, originale. Secondo me i principi dell’espressionismo potrebbero ancora risultare scomodi, anche per la società contemporanea. Gli espressionisti esprimono attraverso l’arte gli stati d’animo e mettono in risalto le emozioni del pittore, attraverso l’uso dei colori in disarmonia fra loro in modo da creare nervosismo, violenza. In molti casi, le figure avevano un significato politico e sociale. Quindi c’è un rapporto diretto fra scontro politico/sociale e arte. Io credo che possa essere una buona idea riproporre questi principi. La gente si scandalizzerebbe, ma sarebbe una spinta per la società, per cambiare qualcosa, migliorare il mondo in modo alternativo e intelligente.

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Valeria Garziano

L’arte è uno dei mezzi migliori per esprimere e trasmettere un’idea. Il concetto di avanguardia nel campo dell’arte può essere un mezzo per protestare e per esporre le proprie idee e potrebbe venir riproposto nella società dei nostri giorni come risposta ai politici e alle loro concezioni opponendosi agli schemi tradizionali che ci sono nella società, esprimendosi in modo diretto, stuzzicando l’attenzione dell’osservatore, ma senza creare maggiore confusione. La nostra società è basata sull’essere abiutuati ad avere sempre una risposta immediata, sul non cercare cosa sarebbe meglio, ma solo ciò che è facile da ottenere. Non si è abituati ad esprimere veramente ciò che si pensa, ma è diffusa una grande superficialità. Perciò il tipo di avanguardia che dovrebbe riproporsi in questa società dovrebbe riuscire a scuotere le persone da queste condizioni e, in modo diretto, dovrebbe mandare un messaggio di ritorno a ciò che è veramente importante. Il concetto dovrebbe essere appunto diretto, ma non superficiale o banale, in quanto scopo delle avanguardie è una ricerca dei significati. Perciò si dovrebbe con forza catturare l’attenzione di chi osserva, in questo modo l’osservatore sarebbe attratto e presterebbe molta attenzione, di conseguenza il messaggio arriverebbe chiaramente. Tra le avanguardie artistiche dei primi decenni del ‘900 quella che mi intaressa di più è il dadaismo. Questo perché si basa molto sull’ironia , sull’umorismo e, ovviamente, va contro ogni consueta logica. Quello che mi attrae è il fatto che l’ironia, invece che risultare una presa in giro, porta farsi delle domande e a cercare di capire quale ideologia e quale pensiero si nasconde dietro un’opera. Personalmente, invece che rimanere basita davanti a un’opera dadaista, che è una reazione comune, rimango affascinata dalle idee che hanno avuto quegli artisti. Penso che sia affascinante capire ciò che ha portato alla realizzazione di qualcosa. Questa avanguardia è quella che stravolge di più il senso comune, in quanto elimina la logica tradizionale e ne crea una tutta propria. I principi dadaisti potrebbero rappresentare un riferimento nella civiltà odierna siccome ancora adesso ci sono delle forme di arte che si basano sull’ironia, anche se, secondo me, queste hanno per lo più lo scopo di prendere in giro o di infastidire, invece che creare una logica alternativa.

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Aaike Nicols

Le Avanguardie storiche, nel passare degli anni, sono sempre andate contro al senso comune o al normale modo di intendere l’arte. Le Avanguardie sono sempre state una forma di ribellione contro la politica, il potere e la società. L’arte è stata usata come arama ed ha quasi sempre funzionato come tale. Le Avanguardie e l’ arte che c’è in esse sono quindi un metodo rivoluzionario per ribellarsi. Credo che se oggi le Avanguardie storiche venissero riproposte nella società per ribellarsi e rivoluzionare non tutti ne capirebbero il senso. L’arte e tutto ciò che la riguarda viene ormai concepita come “qualcosa di carino da vedere”, ciò richiama l’ assioma di Andy Warhol “All is pretty” del 1968. La società sta diventando sempre più superficiale e non fa il minimo sforzo per comprendere. Le Avanguardie e la loro importanza verrebbero sicuramente sottovalutate o adirittura non considerate affatto a mio parere. L’Avanguardia che più mi interessa è il Dadaismo,  un movimento che nasce a Zurigo, in Svizzera, durante la prima guerra Mondiale. Questa Avanguardia ha come principi fondamentali prendersi gioco degli altri, provocare e andare contro ogni logica. Il Dadaismo si ribellava contro ciò che è normale, ma lo faceva con umorismo e sarcasmo. Ed è per questo che gli artisti che seguivano questo movimento erano rispettosi e strani. Dada era quindi alla ricerca della libertà della fantasia. Si possono ritrovare questi aspetti nella poesia di Tristan Tzarà. Nella poesia “per fare una poesia dadaista” l’ autore scrive infatti che per fare una poesia bisogna semplicemente ritagliare le parole da un giornale, porle in un sacchetto e mischiarle per poi ricomporle in ordine casuale. A quel punto avremo ottenuto una poesia che rispecchia il nostro animo. Il poeta in questa poesia vuole provocare; lo fa però in modo pacato, scherzoso ed ironico. Usa termini non troppo complicati per far capire bene il significato della sua provocazione. La sua intenzione è porsi contro ai poeti; perché solitamente un poeta mette nella propria poesia i suoi sentimenti e le sue riflessioni avendo cura del modo in cui si esprime. Tristan Tzarà al contrario descrive la poesia come un processo quasi meccanico, robotico e non calcolato, ovvero l’esatto opposto di ciò che dovrebbe essere. I dadaisti non solo si dedicano alla poesia come scrittura, ma anche all’arte visiva, usando materiali mai usati prima. L’opera di Duchamp chiamata “Fontana” infatti vuole prendere in giro la scultura e l’arte.

Duchamp 3

Quest’opera non è altro che un urinatoio rovesciato con su scritto “Fontana”. Se a quell’epoca avessimo messo un ricco borghese davanti ad un opera del genere sarebbe probabilmente inorridito, o non la avrebbe considerata con serietà. I Dadaisti usano quindi materiali molto comuni, quasi scontati. L’arte perde il suo significato, l’opera è un oggetto e basta, che non propone alcun valore simbolico.

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Tommaso Rivella

Se si provasse a proporre il concetto di avanguardia nella società odierna, risulterebbe difficile che tale concetto catturi l’attenzione e stupisca qualcuno. Il motivo sarebbe dato dal fatto che la società è ormai sempre più disposta ad accettare e assorbire ciò che è nuovo, la maggior parte delle volte,con totale indifferenza. Ormai, grazie sopratutto ad internet e ai vari metodi di informazione moderni, la gente è in grado di conoscere ed entrare in contatto con ogni tipo di innovazione, ideologia ecc… e di conoscerne quasi ogni aspetto. Di conseguenza, come già detto in precedenza, è difficile riuscire a stupire una persona scuotendone la mente e mettendo in crisi i suoi principi. Ciò non vuol dire che non esistano o non si possano creare avanguardie, per esempio, una che mi viene in mente è la così detta “street art”, la quale, si presenta in varie tipologie. Una di queste è l’arte dei graffiti, che è una di quelle che stanno prendendo più piede ultimamente. Severamente vietata nella maggior parte dei paesi per via del fatto che viene espressa su muri, vagoni, ovunque insomma e, di conseguenza, la ricca, buona e corretta società moderna non è disposta a tollerarla e ritiene i writers dei delinquenti da fermare. Tuttavia anche questo tipo di avanguardia sta via via per essere assorbita dal sistema, venendo publicizzata ed esposta come normali quadri in una mostra. Specialmente negli ultimi tempi , nei quali questo fenomeno si sta diffondendo sempre più, alcuni di questi artisti stanno combattendo: cancellando, come è successo a Bologna, le proprie opere in modo che nessuno le possa usarle per scopi per i quali non sono state fatte. Un’altro metodo che potrebbe essere utilizzato per opporsi all’omologazione nella società contemporanea potrebbe essere, semplicemente, l’essere seri: è vero, può sembrare banale ma, pensandoci bene, se si guarda la società dei consumi di adesso, questa tende a presentarsi come una società allegra, piena di gioie e soddisfazioni, dove i problemi non esistono e la gente si compiace di questa sensazione e vi si adegua senza ragione diventando tutti burattini del potere. Se invece si analizza seriamente quello che ci circonda, si può strappare questa maschera alla società e riuscire a contrastarla, con una reale coscienza del motivo per cui lo si fa. L’andare controcorrente non consiste semplicemente nel modo in cui ci vestiamo o dal tipo di musica che si ascolta, ma anche da come la nostra testa ragiona e da come noi ci comportiamo. Tra le avanguardie del secolo scorso, una mi ha particolarmente interessato, ossia il dadaismo. Mi ha colpito sopratutto per il suo modo di rifiutare gli standard artistici, e non solo tramite opere che andavano contro il modo consueto di intendere l’arte stessa e la sua funzione nella società novecentesca, ma anche mettendo in dubbio e stravolgendo ogni tipo di convenzione sociale, enfatizzando la stravaganza e l’umorismo passando attraverso i vari campi artistici fino a chiamare in causa le ideologie politiche. Seguendo questo concetto, a mio parere si potrebbe tutt’oggi conseguire la libertà creativa ed intellettuale, riuscendo così a non essere burattini del potere.

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IL TESTO POETICO E LE AVANGUARDIE STORICHE

 

  SURREALISMO

Magritte 3

 

Federico Garcia Lorca

Favola

 

Unicorni e ciclopi.

Corni d’oro
e occhi verdi.

Sulla scogliera
in ressa gigantesca
illustrano il mercurio
senza vetro, del mare.

Unicorni e ciclopi.

Una pupilla
e una potenza.

Chi dubita dell’efficacia
tremenda di quei corni?

Nascondi i tuoi bersagli,
Natura!

 

Dalì 4

 

E’ un testo surrealista. Lo stesso titolo lascia intuire che tratterà argomenti fantastici, appartenenti al mondo del sogno e dell’immaginazione. Il poeta, già nella prima strofa ne presenta i protagonisti: gli unicorni e i ciclopi. Nella seconda strofa ne descrive solo alcuni particolari: corni d’oro e occhi verdi. Nella terza strofa compare un’ambientazione, ovvero una scogliera. Su di essa gli unicorni e i ciclopi si radunano aggiungendosi all’immagine del mare messa in relazione a quella di un mercurio senza vetro: un mare piatto che ha assunto il colore del mercurio poichè nuvole grige si stanno riflettendo sulla sua superficie. Nel mare però sono ancora presenti dei piccoli riflessi di luce che lo fanno sembrare simile al mercurio: un’analogia. Le parole “Unicorni e ciclopi” vengono ripetute nella quarta strofa. Nella quinta vengono citati altri due particolari ad essi riferiti: “Una pupilla e una potenza“. Nella sesta strofa il poeta pone una domanda: “Chi dubita dell’efficacia tremenda di quei corni?” Si tratta quindi di qualcosa di molto potente, che deve essere temuto dall’uomo o dagli altri animali? Nell’ultima strofa il poeta si rivolge direttamente alla Natura e le dice di nascondere i suoi bersagli: forse qualcuno potrebbe colpirli e uccidere, per invidia del loro potere, o semplicemente per paura.

Beatrice D’Antonio

 

Delvaux 6

Robert Desnos

Dalla rosa di marmo alla rosa di ferro

La rosa di marmo immensa e bianca era sola sulla piazza deserta
dove le ombre si prolungavano all’infinito. E la rosa di marmo sola
sotto il sole e le stelle era la regina della solitudine. E senza
profumo la rosa di marmo sul suo stelo rigido in cima al piedistallo di
granito scintillava di tutti i flutti del cielo. La luna si fermava
pensosa nel suo gelido cuore e le dee dei giardini le dee
di marmo mettevano alla prova i loro freddi seni contro i suoi petali.

La rosa di vetro risuonava a tutti i rumori del litorale. Non c’era un
singhiozzo d’onda spezzata che non la facesse vibrare. Intorno al suo
fragile stelo e al suo cuore trasparente degli arcobaleni ruotavano insieme
agli astri. La pioggia scivolava in sfere delicate sulle sue foglie che
talvolta il vento faceva gemere con spavento dei ruscelli e delle lucciole.

La rosa di carbone era una fenice negra che la fiamma trasformava in
rosa di fuoco. Ma senza sosta estratta dai corridoi tenebrosi della miniera
dove i minatori la raccoglievano con rispetto per trasportarla alla luce
del giorno nella sua ganga d’antracite la rosa di carbone vegliava
alle porte del deserto.

La rosa di carta assorbente sanguinava talvolta al crepuscolo quando la sera
veniva a inginocchiarsi ai suoi piedi. La rosa di carta assorbente custode di tutti
i segreti e cattiva consigliera sanguinava un sangue più denso della schiuma
del mare e che non era il suo.

La rosa di nuvole appariva sulle città maledette nell’ora delle
eruzioni dei vulcani nell’ora degli incendi nell’ora delle sommosse e
al di sopra di Parigi quando la Comune mischiò alle sue vene iridate
il petrolio e l’odore della polvere da sparo. Essa fu bella il 21 gennaio bella
nel mese d’ottobre nel vento freddo delle steppe bella nel 1905 nell’ora
dei miracoli nell’ora dell’amore.

La rosa di legno presiedeva ai patiboli. Fioriva nel punto più alto
della ghigliottina poi dormiva nel muschio all’ombra immensa
dei funghi.

La rosa di ferro era stata forgiata per secoli da fabbri di lampi.
Ciascuna delle sue foglie era immensa come un cielo sconosciuto.
Al minimo urto essa rispondeva col rumore del tuono.
Ma com’era dolce alle innamorate disperate la rosa di ferro.

La rosa di marmo la rosa di vetro la rosa di carbone la rosa di carta
assorbente la rosa di nuvole la rosa di legno la rosa di ferro rifioriranno
sempre ma oggi si sono sfogliate sul tuo tappeto.

Chi sei tu? Tu che schiacci sotto i tuoi piedi nudi i resti fuggevoli della rosa
di marmo della rosa di vetro della rosa di carbone della rosa di carta
assorbente della rosa di nuvole della rosa di legno della rosa di ferro.

 

Magritte 9

 

In questo componimento il poeta mette in relazione la rosa con diversi materiali, secondo una serie di associazioni che emergono dall’inconscio o dalle esperienze della vita passata, in base ai principi del surrealismo. Nella prima strofa la rosa è di marmo, qualcosa di duro rispetto alla morbidezza di un fiore; è la regina della solitudine e si trova da sola in una piazza. Nella seconda strofa è associata al vetro ed il poeta si concentra sul suono; nel suo inconscio il vetro è associato con un suono o un rumore particolare. Nella terza strofa la rosa è di carbone; si trova nelle miniere ed i minatori lavorano senza sosta per poterla trovare, come fosse un tesoro. Spesso i minatori morivano e, quando l’autore scrive che la rosa di carbone è una fenice negra, si potrebbe considerare che l’immagine della fenice, assieme all’idea di rinascita, richiama anche quella della morte. La rosa di carta assorbente compare nella quarta strofa; un’associazione tra le altre potrebbe riguardare le mestruazioni, ma anche il fatto che la carta assorbente ha un limite, non può assorbire più di tanto, ha una fine. Ogni rosa viene associata a un materiale con il quale l’associazione non si presenta in modo immediato. Consuetamente la rosa, che è delicata, colorata, viene vista come simbolo di amore, di felicità. Nella poesia di Desnos è di vetro, elemento freddo, duro, trasparente; di carbone, dal colore nero; di carta assorbente, delicata e morbida, ma quasi ingannevole, in quanto assorbe facilmente, ma ha un limite.

Federica Marinelli

 

La rosa di nuvole compare nella quinta strofa. La prima cosa a cui si può pensare è qualcosa di soffice, di bello e tranquillo ma, leggendo la poesia, ci si accorge subito che per l’autore non è così. Egli infatti la ricollega al fumo di incendi, di eruzioni vulcaniche, alle sommosse della Comune di Parigi, al ghigliottinamento di Luigi XVI il 21 Gennaio 1793, alla Rivoluzione d’Ottobre del 1905 quando fu rovesciato l’impero zarista e i Soviet assunsero il potere. Quindi Desnos non vede in questa rosa la rappresentazione di una bellezza delicata, ma di quella violenta delle rivoluzioni.

Tommaso Rivella

 

Nella sesta strofa della posia Desnos parla di una rosa di legno che fiorisce nel punto più alto della ghigliottina: una rosa sbocciata in Francia. Nella strofa seguente descrive una rosa di ferro, dai petali immensi, che arrivano quasi a toccare il cielo, suggerisce un’associazione con gli dei in quanto, al solo sfiorarla, si ode il rumore del tuono, della tempesta, ed ecco quindi anche un’associazione con gli amori disperati. Un matriale duro e freddo come il ferro entra in relazone con il sentimento dell’amore. Nella penultima strofa Desnos scrive che queste rose “… oggi si sono sfogliate sul tuo tappeto.” Forse con ciò intende che fanno parte dell’inconscio, come un sogno, come qualcosa che c’è anche se non se ne percepisce la presenza. Nell’ultima strofa si rivolge a qualcuno che calpesta quelle rose, e forse quindi calpesta una parte di se.

Aaike Nicols

    DADAISMO

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Tristan Tzara

Per fare una poesia dadaista

Prendete un giornale.
Prendete delle forbici.
Scegliete da questo giornale un articolo avente la lunghezza che desiderate dare alla vostra poesia.
Ritagliate l’articolo.
Ritagliate poi con cura ciascuna delle parole che formano l’articolo e mettetele in un sacchetto.
Agitate dolcemente.
Tirate fuori ciascun ritaglio uno dopo l’altro disponendoli nell’ordine in cui sono usciti dal sacchetto.
Copiate scrupolosamente.
La poesia vi rassomiglierà.
Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e di una sensibilità incantevole, benché incompreso dal volgo.

 

Ecco un esempio lampante di poesia dadaista! Il dadaismo si basa sull’ironia, sulla provocazione e sulla presa in giro della razionalità. Questo componimento è semplice, diretto, prende in giro il modo stesso di fare poesia. In una poesia comunemente intesa sono presenti sentimenti, emozioni in relazione a qualcosa che il poeta ha provato o che gli è accaduto. Qui invece Tzara sembra voler sminuire il lavoro dei poeti, dice infatti di prendere delle parole a caso, mischiarle e poi disporle una dopo l’altra: in questo modo ne verrà fuori una poesia definita da lui “incompresa”, ma che rappresenterà la pesonalità di chi l’ha fatta. In realtà la poesia sarà casuale, priva di un senso logico, senza relazione con chi l’ha creata, e perciò assolutamente contro il modo consueto di fare poesia. Qui il dadaismo si percepisce in ogni verso. Spesso l’autore aggiunge dei dettagli facendoli risultare come essenziali, quando, in realtà, sono superflui; ad esempio quando dice “Agitate dolcemente” è ironico: anche se si agitasse il sacchetto contenente le parole ritagliate velocemente e con forza, il risultato sarebbe invariato. Il testo termina con una grande provocazione: ” Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e di una sensibilità incantevole…” E’ assurdo che una poesia creata senza alcun senso logico possa essere così stupefacente, ma questa affermazione è quella che ci colpisce di più in quanto è radicalmente contraria al senso comune. E poi, “La poesia vi rassomiglierà” suona quasi come un’offesa, in quanto non vi è nessuna relazione con colui che scrive.

Valeria Garziano

 

Tristan Tzara

Avant Dada

Sul far della sera

Tornano i pescatori con le stelle marine

spartiscono il cibo coi poveri, infilano corone ai ciechi

gli imperatori escono nei parchi a quest’ora che

sembra la vecchiaia delle incisioni

e i servitori fanno il bagno ai cani da caccia

la luce indossa i guanti

apriti finestra – e poi

ed esci notte dalla stanza come il nocciolo dalla pesca,

come il prete dalla chiesa,

dio : pettina la lana agli amanti sottomessi,

colora gli uccelli con l’inchiostro, cambia la guardia alla luna.

– andiamo a prendere i maggiolini

mettiamoli in una scatola

– andiamo al ruscello

facciamo vasi d’argilla

– andiamo alla fontana e ti bacerò

– andiamo nel parco comunale

fino al canto del gallo

che si scandalizzi la città

– oppure adagiamoci nel soppalco della stalladove ti punge il fieno e senti le mucche ruminare

e poi è desiderio di vitelli

partiamo, partiamo.

Man Ray 1

Quando arriva la sera tornano i pescatori e spartiscono il pescato con i poveri. A quest’ora gli imperatori, ovvero i borghesi, escono nei parchi; la luce fioca del sole rende i colori pallidi come nelle antiche incisioni, mentre i servi lavano i cani da caccia. La luce, ormai quasi del tutto inesistente, viene sostituita dalla notte che cala sulla terra tramite l’apertura di una finestra di una stanza che potrebbe rappresentare il cielo e viene messa in relazione, per analogia, ad un nocciolo estratto da una pesca e ad un prete che, col calare dalle sera, esce dalla chiesa. Dio ridà corpo ai materassi imbottiti di lana degli amanti a lui sottomessi, colora gli uccelli con l’inchiostro e cambia la guardia alla luna, ovvero, le cede il posto del sole, non più punto di riferimento certo per la conoscenza.

Sara Ferrari

La poesia, non divisa in strofe, è composta da ventiquattro versi che non seguono un ordine specifico. E’ un’opera dadaista incentrata sullo scherzo, quindi non intesa per essere capita se non in base all’idea di provocazione. Tzara mette in campo diverse cose: parla della sera e di pescatori che tornano e dividono il cibo con i poveri facendo salire al trono gente che non vuole vedere questa realtà. Poi propone un cambiamento con l’arrivo della notte. Fa appello anche a Dio ed evoca la vita notturna, diversa da quella del giorno. L’ultima parte sembra riferirsi a un dialogo tra due amanti che approfittano della notte per fare ciò che vogliono, fantasticando su dove potrebbero andare.

Ryan Bisso

Nella prima parte del componimento possiamo notare che a dar da mangiare ai poveri sono i pescatori, e non gli imperatori, i quali vengono definiti ciechi (nonostante la loro potenza) e che preferiscono rimanere nell’ombra della sera, piuttosto che uscire allo scoperto di giorno; questa derisione dei potenti è una chiara critica al potere. Nella seconda parte la luce se ne è andata, è notte ed è tempo di divertirsi per staccare dalla quotidianità, di creare e fare follie anche a costo che la città si scandalizzi, essere liberi sino a far sesso in una stalla. Si esalta la voglia di scherzare e la libertà.

Gabriele Teodosio

 

ESPRESSIONISMO

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Alfred Lichtestein

Villeggiatura

Il cielo è una medusa azzurra,
E intorno campi, verdi collinette –
Mondo sereno, immensa trappola per topi,
potessi sfuggirti alfine… Oh, avessi le ali –

Si gioca a dadi. Si beve. Si ciarla di politica.
Ognuno apre compiaciuto il becco.
La terra è un grasso arrosto domenicale,
Bene intinto nella dolce salsa del sole.

Venisse un vento… sbranasse con unghie d’acciaio
Il mondo delicato. Mi divertirebbe.
Venisse un uragano… dovrebbe fare a pezzi
Questo bel cielo azzurro, eterno.

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E’ un testo espressionista scritto durante il periodo del nazismo. C’è un messaggio nascosto al suo interno. Ad esempio, il verso “La terra è un grasso arrosto domenicale” potrebbe essere interpretato con un riferimento ai campi di concentramento. E’ una poesia che colpisce al primo impatto in quanto la parola “villeggiatura” fa pensare a una bella vacanza, in netta opposizione all’atrocità del nazismo nei confronti del quale il testo vuole avere una funzione di denunzia sociale e politica, anche con l’uso di metafore quali “unghie d’acciaio“.

Antonella Quercioli

Alfred Lichtestein

Canzone comica

Odio le finezze incolori
Dell’intellettualità nevrotica.
Amo le variopinte rozzezze
Della natura spudorata e nuda.

Amo le sacche rigonfie
Sotto gli occhi orlati di rosso.
Amo le figure grassocce
Delle puttane agghindate.

Amo i poeti gibbosi
Che guardano storto per terra.
Amo i corpi-pallone
Delle incinte con le doglie.

Amo i ragazzi dagli occhi annebbiati,
Ubriachi, bestiali, quando
Urlano rochi al crepuscolo
Nella luce che quasi si perde.

Amo gli atleti robusti
Col sedere da cane bulldog.
Amo chi bestemmia, non prega
E anch’io sono forse un po’ rude.

Amo il peccato atroce
Quanto il bambino innocente,
Perché in fondo anche noi siamo solo
Dei ciechi, sciagurati imbecilli.

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Il poeta mette in stretto legame amore e odio con colore e forma: “Odio le finezze incolori dell’intellettualità nevrotica” ; “Amo le sacche rigonfie sotto gli occhi orlati di rosso“. Tutto ciò che è forma è colore: sacche rigonfie, le borse sotto gli occhi sono di color verdastro- violaceo, messe in contrasto con “occhi orlati di rosso“. L’intellettualità non ha forma, i pensieri non sono concreti, così come la religione non è cosa che si tocca con mano; Lichtestein li considera incolori perchè non essendo concreti non hanno forma e di conseguenza non hanno colore. Spesso vengono citati gli occhi: “occhi orlati di rosso“, “occhi annebbiati, ubriachi, bestiali“, occhi che non vedono lucidamente, li definisce ciechi. Ama tutto ciò che è rude: le puttane agghindate, chi bestemmia, chi non prega, “le variopinte rozzezze della natura spudorata e nuda“, “il peccato atroce“. Odia la religione perchè è anch’essa corrente di pensiero e i pensieri non hanno colori. Mentre ama ciò che è rude per il semplice fatto che rispecchia la vera natura dell’uomo. Il pensiero astratto dell’innocenza, di “ciò che è giusto”, sono pensieri indotti dalla società, ma è solo un opprimere la nostra natura.

Elisa D’Andria

 

Else LaskerSchüler

Sono triste

I tuoi baci fanno buio, sulla mia bocca.

Io non ti sono più cara.

E come giungesti!

Azzurro di paradiso.

Alla tua più dolce fonte

Il mio cuore faceva giocoliere.

Ora lo voglio truccare

Come le puttane il rosa

Appassito dei fianchi di rosso.

I nostri occhi sono socchiusi;

Come un cielo morente

La luna è invecchiata.

La notte non si sveglia più.

Tu non ti ricordi di me.

Dove me ne andrò con questo cuore?

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Questa poesia è composta da quindici versi e non è divisa in strofe. L’autrice fa questa scelta probablmente per dare la stessa importanza ad ogni verso e creare una composizione continua e lineare. I versi presentano frasi brevi e concise; solo il primo e l’ultimo hanno una lunghezza maggiore. Con la brevità dei versi l’autrice riesce ad esprimere chiaramente le sue emozioni raccontando, come suggerisce il titolo, il motivo per cui è triste. Nella prima parte del testo ricorda, malinconica, il giorno in cui incontrò il suo amato. Negli ultimi versi, invece, crea un contrasto, tornando a parlare del presente del loro amore che sta finendo, in alcuni si viene indotti a pensare che quell’amore sia ora in punto di morte; nell’ultimo l’autrice si chiede quale futuro avrà. Nonostante il significato di quest’opera sia particolarmente cupo e malinconico, la poesia si presenta con la forza e la vivacità caratteristiche dell’espressionismo. Solitamente gli autori di questa corrente scavano nella psiche umana, soffermandosi meno sui sentimenti, per questo trovo particolare e interessante questa poesia che riesce ad esprimere le emozioni più intime con lo stile e le forme dell’espressionismo.

Sabrina Deiana

 

Le avanguardie storiche e il cinema

SURREALISMO

Luis BuñuelSalvador Dalí

Un chien andalou – Un cane andaluso

 

Un chien andalou è un cortometraggio del 1929 scritto, prodotto ed interpretato da Luis Buñuel e Salvador Dalí, e diretto dal solo Buñuel. È considerato il film più significativo del periodo del cinema surrealista.

Prodotto in Francia nel 1928, ha le sue radici nel movimento cinematografico francese dell’avanguardia surrealista dell’epoca e si pone al contempo come critica verso movimenti precedenti, come il dadaismo, contro il quale contrappone la presenza di un contenuto, oltre al solo uso delle immagini originali e sorprendenti.

Nel 1960, sotto la direzione di Buñuel, è stata aggiunta una colonna sonora al film. Buñuel ha usato la stessa musica che eseguì (usando registrazioni fonografiche) alla proiezione del 1929: il Liebestod dal Tristano e Isotta di Richard Wagner e due tango

https://it.wikipedia.org/wiki/Un_chien_andalou_-_Un_cane_andaluso

https://www.youtube.com/watch?v=BIKYF07Y4kA

 

DADAISMO

René Clair

Entr’acte

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Entr’acte è un film del regista francese René Clair del 1924.

Il film è considerato il manifesto del cinema dadaista ed una delle opere più significative delle avanguardie francesi nel cinema.[1]

«In Entr’acte la poetica dadaista si dispiega nel pieno della sua libertà, creando un cinema in cui le immagini, libere finalmente dall’obbligo di produrre un senso e di raccontare una storia, diventano autentiche protagoniste del film; non hanno altro fine che se stesse, giocano tra loro, si associano, si dissociano, si compongono, si scompongono, si ricompongono, in un film-balletto che esprime magnificamente la gioia di vivere e di guardare.»
(Sandro Bernardi, L’avventura del cinematografo, p. 102.)

https://it.wikipedia.org/wiki/Entr’acte

https://www.youtube.com/watch?v=mpr8mXcX80Q

 

ESPRESSIONISMO

Robert Wiene

Il gabinetto del dottor Caligari

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Il gabinetto del dottor Caligari (in originale, Das Cabinet des Dr. Caligari) è un film muto del 1920 diretto da Robert Wiene.
L’opera realizzata è considerata il massimo simbolo del cinema espressionista tedesco, giocando moltissimo con il tema del doppio e della difficile distinzione tra allucinazione e realtà, aiutato da una scenografia allucinante caratterizzata da forme zigzaganti, forme grottesche, inquadrature sbilenche, e tanti altri piccoli virtuosismi che verranno in seguito presi a modello per le produzioni future.
Quando venne girato, nel 1919, l’espressionismo nell’arte era già un movimento noto e conosciuto, per cui il film ne segnò l’apoteosi, aprendo una nuova strada anche nella cinematografia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_gabinetto_del_dottor_Caligari

https://www.youtube.com/watch?v=eTGMdfgltbU

 

FUTURISMO

Anton Giulio Bragaglia

Thaïs – Perfido incanto

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Il film, sebbene non di spessore notevole per lasceneggiatura e la realizzazione, è di fondamentale importanza per l’impatto visivo ispirato al movimento futurista. Il pittore Enrico Prampolini disegnò infatti le scenografie con un largo uso di forme geometriche ipnotiche e estetizzanti, basate sul forte contrasto bianco/nero, tra le quali sono frequenti le spirali, le losanghe, le scacchiere, le figure simboliche (gatti neri, mascheroni che sputano fumo, ecc.). Le scene dipinte spesso interagiscono con i personaggi, creando un mondo illusorio dove è difficile districare la realtà dalla finzione, l’oggetto reale da quello disegnato, la profondità vera da quella suggerita.

https://it.wikipedia.org/wiki/Tha%C3%AFs_%28film_1917_Italia%29

https://www.youtube.com/watch?v=fZQF4KODGfM